(Una poesia in prosa di Pierre Reverdy, Bataille, 1915)
—————Nel petto, l’amore d’una bandiera scolorata dalla pioggia. Nella testa, i tamburi che battono. Ma da dove viene il nemico?
—————Se la tua fede è morta, che cosa rispondere ai loro comandamenti?
—————Un amico muore d’entusiasmo dietro ai suoi cannoni, e più forte di tutto è la sua stanchezza.
—————E tra i campi costeggiati dalle strade, ai margini dei boschi che hanno un’altra forma, perché vi stanno nascosti degli uomini, egli cammina, macabro come la morte, malgrado la pancia.
—————Le rovine ondeggiano i propri cadaveri e teste senza chepì.
—————Questo quadro, soldato, quando lo finirai? L’ho sognato, di esserci ancora? Vi facevo, comunque, un lavoro divertente.
—————Quando il sole, che avevo preso per un lampo, scagliò il suo raggio sul mio orecchio sordo, mi dissetavo, sotto i salici verdi e bianchi, in un ruscello d’acquarosa.
—————Avevo una tale sete!
(© Daniele Gigli, 2022 per la traduzione – Condivisione autorizzata a fini non commerciali citando la fonte)