Quanto inutile, poi, lamentare l’asfissia del vivere se il poeta – colui che come il santo ha il dovere di contemplare la realtà attraversandola fino all’origine, fino al suo essere-data – quanto inutile se lui per primo si contenta di non guardare l’invisibile, se lui per primo legge le cose e le dinamiche esattamente come appaiono; se lui per primo vede senza guardare e ha il coraggio – l’incoscienza – di chiamare questa veduta senza visione realtà.
Non si tratta di costruire scale di astrazioni, né di forzare ideologicamente il darsi delle cose e dei giorni: si tratta di guardare, niente di più. La visione religiosa del reale non è una sovrastruttura, è un’infrastruttura, sta a fondamento di tutto ciò che appare. C’è una materia che ci precede – e questa precedenza esige una spiegazione, non una negazione.
Scrive Seamus Heaney: «Il poeta che vuole essere poeta al massimo deve tentare un atto di scrittura che prevale sulle circostanze nel momento stesso che le osserva. Lo scrittore davvero creativo, interponendo la sua percezione ed espressione, trasfigura le condizioni e così produce ciò che chiamo la “riparazione della poesia”» (La riparazione della poesia, 1995, traduzione di Massimo Bacigalupo). Questa “riparazione” non è alla base soltanto della lingua poetica, ma del linguaggio umano in sé, che ha come suo tratto caratterizzante la visione simbolica, la capacità di nominare un oggetto vedendone la prospettiva, la quadridimensionalità. La poesia si posa lì – nell’interstizio tra la creazione originaria e la sua restituzione: e la lingua – al di qua di ciò che ne pensino gli esteti sprezzanti e arrabbiati, al di là di ciò che sanno intuirne i loro ingenui alter ego “contenutisti” – è una lotta con l’essere: lo stile, un’insperata battaglia con il vedere.
Expertus potest credere diceva il monaco, ma senza lingua non c’è esperienza possibile e senza realtà non c’è lingua possibile. Una volta di più, nel vivere e nello scrivere, non si tratta di chiedersi “che cosa fare”, ma di chiedersi invece “che cosa ho qui di fronte”?
(© Daniele Gigli, 2022 – Condivisione autorizzata a fini non commerciali citando la fonte)