Nell’imminenza della Pasqua, pensavo una volta di più alla mia vita, a quante convinzioni di superficie ho tenuto per vere e difeso fino allo spasimo, a quanta violenza morale ho esercitato ed esercito su di me e sul mio prossimo… E pensavo alle forme della grazia, a come la cosa più difficile nell’accoglierla sia sempre la stessa: «gettare / senso e nozioni» e inginocchiarci «dove la preghiera ha funzionato». Ammettere e accettare che dio ci si mostri e ci venga incontro così, qui e ora, in quella forma che non sapevamo pensare, che non sapevamo aspettarci.
Quella forma che non vogliamo riconoscere e a cui perciò resistiamo. Ma quanto è bello, quanto è dolce, a volte – cedere.
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(T.S. Eliot, Little Gidding, I 41-55)
Se imboccate questa via,
per ogni strada, partendo da ogni dove,
sarà sempre uguale: bisognerà gettare
senso e nozioni. Non siete qui a verificare,
a istruirvi, informare la vostra curiosità
o stilare rapporti. Voi siete qui ad inginocchiarvi
dove la preghiera ha funzionato. E la preghiera è più
che un ordine di parole, o l’occupazione intenta
della mente che prega, o del suono della voce che prega.
E quello per cui i morti non avevano parole, essendo vivi,
adesso sanno dirtelo, da morti: la comunicazione
dei morti ha lingue di fuoco oltre la lingua dei vivi.
Qui, l’intersezione dell’istante senza tempo
è l’Inghilterra e nessun dove. Mai e sempre.
(© Daniele Gigli, 2013-2023 per la traduzione – Condivisione autorizzata a fini non commerciali citando la fonte)