La cosa in sé

In questa mezzanotte dello spirito è poi davvero lo spirito a mancare, o piuttosto la coscienza della sua materialità, della sua realtà creata? Non è per eccesso di idea che finiamo a trattare la realtà – le cose, le persone, i rapporti – come proiezioni della nostra mente? Una poesia di Wallace Stevens, Not Ideas about the Thing but the Thing Itself (1954).

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Al primo finire dell’inverno,
di marzo, un grido stentato da fuori
gli parve come un suono nella mente.

Sapeva di sentirlo,
un grido d’uccello, all’albeggiare o prima,
nel vento di primo marzo.

Il sole sorgeva alle sei,
non più un pennacchio malconcio sulla neve…
doveva essere fuori.

Non veniva dal vasto ventriloquio
della cartapesta stinta del sonno…
il sole veniva da fuori.

Quel grido stentato – quello era
il do di un corista che precede il coro.
Era parte del sole colossale,

circondato dai suoi anelli corali,
ancora lontano. Era come
una nuova conoscenza del reale.

(© Daniele Gigli, 2022 per la traduzione – Condivisione autorizzata a fini non commerciali citando la fonte)